Quali sono le fonti del nostro benessere e come alimentarle quotidianamente
“Felicità. È un bicchiere di vino con un panino, la felicità” questa strofa di Al Bano e Romina Power è ancora oggi, per molte persone, senza rivali. Spesso, basta pronunciare la parola “felicità” per sentirsi rispondere il resto della frase. Potere della musica, dei ricordi e delle emozioni. Eppure, quella cantata al Festival di Sanremo del 1982 non è né la prima né l’ultima canzone sul tema. Prima di loro e dopo di loro antanti, poeti, filosofi e artisti di ogni genere, nelle varie epoche, tutti hanno cercato di raccontare la felicità a modo loro. Il tema è sicuramente universale: tutti abbiamo toccato il cielo con un dito almeno una volta e tutti vogliamo tornare a toccarlo. Senza timore di essere smentiti, possiamo affermare che il senso della vita sia inseguire la felicità o, per dirla in altri termini, che il senso della felicità guidi i nostri pensieri, le nostre azioni e le nostre scelte più di quanto facciano vista, udito, olfatto, gusto e tatto. Inoltre, negli ultimi anni, la maggior parte degli studi medici ha stabilito che l’essere felici influenza direttamente il nostro stato di salute, “vaccinandoci” dalla maggior parte delle malattie e andando determinare uno stato di benessere generale.
Il progetto de il Senso della Felicità
Nelle ultime settimane, un contributo piuttosto interessante sul tema è giunto, dopo 30 anni di studi e ricerche in tutto il mondo, da un team di scienziati e imprenditori che ha divulgato quella che può essere considerata la formula (non più) segreta per essere felici. Il progetto divulgativo è stato chiamato Il senso della felicità e lanciato Lunedì 18 gennaio 2021, in occasione del Blue Monday (il giorno più triste dell’anno). Oltre alla data emblematica, anche il momento storico sembra tragicamente perfetto. Il periodo che stiamo vivendo ha effettivamente influenzato negativamente le nostre percezioni, ampliando la visione pessimistica del mondo. Se si uniscono ansia, preoccupazione e dolore tipici di ogni vita, potrebbe venire la voglia di arrendersi all’infelicità. Eppure, anche in periodi così neri, l’uomo non si stanca mai di cercare la propria felicità e, in suo soccorso, ecco la formula scientifica per il benessere.
La diffusione online e, soprattutto, attraverso i social network
Da alcune settimane a questa parte del Senso della felicità se ne fa un gran parlare online e, in particolare, sui social. Dopotutto la rivelazione di una formula scientifica per essere felici non poteva che generare curiosità e interesse, e l’intento di divulgare tutto questo, rendendolo accessibile a tutti, non poteva che non incontrare il favore di chi ha sempre pensato che da questo genere di conoscenze le persone comuni siano escluse. E così i follower del progetto tra Facebook, Instagram e YouTube hanno raggiunto e superato il consistente numero di 35.000 tra curiosi e veri e propri adepti. Donne e uomini di ogni età ed estrazione sociali, persone comuni e anche volti noti come la presentatrice tv Vanessa Minotti, l’icona del fitness Danila Cattani, la criminologa Isabel Martina, l’influencer Ilaria Macrì e la modella alternativa Heza Williams, che del Senso della felicità hanno parlato direttamente ai loro follower.
La verità sulla felicità
Il senso della felicità è un percorso strutturato attraverso un metodo scientifico che necessita, alla partenza, di accantonare i preconcetti e tutto ciò che sin da piccoli ci è stato inculcato su come si raggiunga la felicità canonica, per ripartire da zero alla ricerca di una felicità che sia a propria misura e, quindi, autentica. In effetti, tutta la retorica circa la felicità che sta nelle piccole cose o nel sapersi accontentare, sempre più spesso si scontra con una realtà molto meno ipocrita degli insegnamenti di genitori, professori, prelati e predicatori laici.
I sei passi per la felicità
Spazzate via tutte queste erronee verità e fatta tabula rasa delle convinzioni più diffuse sul tema, secondo gli ideatori del metodo, la persona è pronta a conoscere le sei fonti del benessere ovvero i sei passi per la felicità. Il termine “passi” non deve farci pensare a un percorso prestabilito – prima uno poi l’altro – in quanto “non c’è un ordine fisso, né uno più importante dell’altro. C’è una sola regola: sei sono e sei restano. E tutti e sei devono essere fatti in armonia: poiché ognuno serve a godersi gli altri.”
L’intento del metodo de Il senso della felicità è quello di spingere la persona all’azione, poiché la sola conoscenza delle 6 fonti del suo benessere non muterà in nessun modo il suo stato d’animo. Mentre prendere in mano la sua vita, capire in quali aree è più carente e migliorarle per equipararle alle altre, può modificare in modo straordinario la sua stessa esistenza, innalzando il suo sguardo e facendolo camminare a 3 metri da terra, sempre più spesso.
Ecco di seguito descritti i 6 passi verso la felicità:
La mobilità: i lockdown e le restrizioni da zona gialla, arancione e rossa hanno reso evidente ciò che molti hanno sempre dato per scontato. La possibilità di muoversi, spostarsi, viaggiare è condizione necessaria per essere felici. L’essere umano è nomade per natura e per questo il viaggio è fondamentale per il suo benessere. Esplorare, curiosare, visitare, scoprire mondi sconosciuti e diversi, andare alla ricerca di tradizioni e culture, concedersi il lusso di andare in vacanza e conquistare mete sempre nuove sono leve edonistiche da azionare con consapevolezza. Il viaggio è quindi un’esperienza di puro piacere, di cui ogni esistenza ha bisogno.
L’aspetto fisico: il piacere di piacere e di piacersi è diffuso tanto negli uomini quanto nelle donne, dai bambini agli anziani. È abbastanza logico, il nostro aspetto fisico è un biglietto da visita ed è anche responsabile della primissima opinione che gli altri avranno su di noi. La bellezza, quindi, va valorizzata attraverso alimentazione, sport, cure e trattamenti specifici. Questo oltre a darci immediata soddisfazione di fronte allo specchio o specchiandoci negli sguardi altrui, ci offre maggiori possibilità sociali. Gli uomini e le donne curati e di bell’aspetto hanno più appeal, suscitano curiosità, interesse e compiacimento, quindi più probabilità di vivere esperienze piacevoli anche con gli altri.
La ricchezza: la massima secondo cui “i soldi non fanno la felicità” è tanto inesatta quanto diffusa. Vivendo nella scarsità, nelle preoccupazioni economiche, nel perenne senso di rinuncia essere felici è davvero difficile oggi, in una società in cui nessuno si sogna di mettere in discussione il modello economico che negli ultimi decenni ha aumentato l’età media, diffuso l’istruzione e il benessere. Sebbene l’accumulo di ricchezze renda più leggera l’esistenza, secondo il Senso della felicità, non è sufficiente. Non è, infatti, felice chi possiede beni mobili e immobili ma chi, grazie a questi, può “pagare in contanti il prezzo della libertà. La libertà di fare quello che ti pare, quando ti pare e come ti pare.” Il concetto di ricchezza è, quindi, strettamente connesso a quello di libertà finanziaria che, secondo il modello, è l’obiettivo a cui tutti devono puntare.
La notorietà: la felicità non è una cosa da tenere nascosta, di cui vergognarsi, da tenere nell’ombra ma va condivisa. Uscire allo scoperto, farsi vedere, uscire allo scoperto sono pratiche che moltiplicano, attraverso la condivisione, la felicità e il benessere. Una gioia condivisa reca più soddisfazione, così come una delusione è mitigata se raccontata ad altri. Oltretutto, l’esporsi oggi è supportato dalla tecnologia: chiunque può ambire a influenzare gli altri. Essere, quindi, influencer anche solo di una stretta cerchia.
La sessualità: tra tutte le fonti di benessere, il sesso è una delle più immediate e potenti. Anche per questo, chi per secoli ha voluto limitare la felicità altrui ha normato e represso la libertà sessuale. Libertà di cui ogni donna e ogni uomo – secondo il Senso della felicità – si deve (ri)appropiare, spazzando via tutte le credenze e le superstizioni morali, laiche o religiose che la limitano. Benvenga quindi la ricerca del piacere nel senso più carnale e animale, l’assenza di regole (a esclusione della necessaria e manifesta consensualità) e via libera una sessualità liquida priva di limiti sia nel numero di partner sia nel loro genere. Per cogliere tutte le occasioni di godimento. Diritto e, al tempo stesso, imperativo biologico di ogni individuo.
La spettacolarità: come un’opera d’arte, ogni individuo è unico e tale unicità va espressa in tutte le maniere possibili. Dar valore a tutto ciò che è nostro, porre la firma sui nostri pensieri, le nostre idee, le nostre azioni è uno dei piaceri più alti che l’essere umano possa provare e un modo per realizzare il suo scopo nella vita. Una fonte di benessere, fino a qualche anno fa, esclusiva dei così detti artisti e oggi davvero alla portata di tutti. Per essere felici attraverso la rappresentazione artistica della vita, la spettacolarità del nostro quotidiano.
Usare il Senso della felicità come guida verso il benessere
Si può essere davvero felici? La risposta sembra, a questo punto, un deciso sì. Le sei fonti della felicità possono portare al benessere? No, se ci si limita a leggerle, analizzarle, farsi un’autoanalisi della propria situazione. Sì, se da questa conoscenza e da queste analisi scaturiscono azioni quotidiane e ripetute. Azioni che in qualche area saranno più semplici e in altre decisamente più difficoltose. Dopotutto, come sostiene il Senso della felicità a proposito dei passi “Uno è più facile, è nella tua natura, un altro è una scalata a mani nude. Uno è un passo di danza, un altro è un salto nel vuoto. Su uno non torneresti mai indietro, un altro ti spaventa solo l’idea di provarci.” Ma tutti e sei e solo percorrendo tutti e sei i passi possiamo raggiungere la felicità e toccare il cielo, prima con un dito, poi con tutta la mano.