Dal paradiso all’inferno: la Salernitana precipita in Serie C tra violenze e polemiche

La doppia retrocessione consecutiva si chiude con disordini all’Arechi: ora si rischia una lunga squalifica dello stadio

Una caduta verticale senza precedenti. In soli dodici mesi la Salernitana ha vissuto un tracollo sportivo drammatico, scivolando dalla Serie A alla terza divisione nazionale con due retrocessioni consecutive che lasciano un segno profondo nella storia del club campano.

La delusione tra i tifosi è comprensibilmente enorme, così come l’amarezza per un epilogo che promette di avere conseguenze ben oltre il verdetto sportivo. L’interruzione della partita di playout contro la Sampdoria, decretata dall’arbitro Doveri dopo tre stop forzati causati dal lancio in campo di seggiolini, fumogeni e petardi, porterà quasi certamente a una lunga squalifica per lo stadio Arechi.

Le indagini della polizia e i risvolti giudiziari

Gli episodi di violenza non resteranno impuniti. Durante la notte successiva alla partita, le forze dell’ordine hanno analizzato con attenzione le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza presente all’interno dell’impianto sportivo, insieme a quelle catturate dagli agenti della Digos presenti sugli spalti.

Queste registrazioni permetteranno a breve di identificare i responsabili dei disordini, inclusi coloro che hanno tentato di sfondare un varco d’accesso tra la Curva Sud e il terreno di gioco, nonché l’individuo che, dopo essere riuscito a entrare in campo, ha aggredito uno steward colpendolo con un pugno.

I responsabili di tali comportamenti rischiano non solo denunce penali ma anche l’inevitabile applicazione del Daspo, il provvedimento che impedisce l’accesso alle manifestazioni sportive per un periodo determinato.

La risposta istituzionale

All’Arechi era presente il Questore di Salerno Giancarlo Conticchio, che ha personalmente supervisionato tutte le operazioni di deflusso degli spettatori fino a oltre la mezzanotte, garantendo che non si verificassero ulteriori incidenti al termine della partita.

A caldo, l’amministratore delegato del club, Maurizio Milan, ha rilasciato una dichiarazione misurata sulla situazione: “Condanniamo gli episodi di violenza, comprendiamo che gli animi si possono accendere quando si arriva a questo spareggio e si accendono ancora di più per episodi dubbi che hanno caratterizzato la partita”. Parole che cercano un difficile equilibrio tra la necessaria condanna degli atti violenti e la comprensione per la frustrazione dei tifosi.

Il futuro e la battaglia legale

A Milan spetterà ora il gravoso compito di riavviare un progetto di rilancio che dovrà necessariamente partire dalla Serie C, categoria che la Salernitana non frequentava da molti anni e che rappresenta un duro colpo per le ambizioni di una piazza abituata, negli ultimi anni, a ben altri palcoscenici.

Gli appassionati di calcio e gli analisti di https://www.supabet.it.com/ avevano previsto difficoltà per i granata nel playout, considerando il trend negativo della seconda parte di stagione, ma pochi avrebbero immaginato un epilogo così drammatico dentro e fuori dal campo.

La domanda che molti si pongono è se la Serie B possa considerarsi un capitolo definitivamente chiuso. Dal punto di vista sportivo, il campo ha emesso il suo verdetto al di là delle contestazioni relative allo spareggio giocato oltre un mese dopo la conclusione regolare del campionato e alle discusse decisioni arbitrali di Doveri durante l’incontro di ritorno.

Tuttavia, la società granata non sembra intenzionata ad arrendersi e proseguirà la sua battaglia legale. Sono infatti previsti ulteriori ricorsi poiché il club ritiene di essere stato leso in un proprio diritto con lo slittamento temporale dello spareggio, circostanza che avrebbe alterato la regolarità della competizione.

Una ripartenza difficile ma necessaria

La Salernitana dovrà ora affrontare la dura realtà della Serie C, un campionato notoriamente difficile da cui non è scontato risalire immediatamente, come dimostrano numerosi precedenti di squadre blasonatе rimaste intrappolate nella terza serie più a lungo del previsto.

La ricostruzione dovrà necessariamente partire da un progetto tecnico solido e da un rinnovato patto con la tifoseria, comprensibilmente delusa e amareggiata per quanto accaduto nelle ultime due stagioni. Il doppio tracollo sportivo richiederà tempo per essere metabolizzato, ma la storia della Salernitana ha dimostrato in passato come questa piazza sappia rialzarsi anche nei momenti più difficili.

Per la dirigenza, oltre alla questione sportiva, sarà fondamentale gestire le conseguenze disciplinari degli incidenti dell’Arechi, cercando di limitare i danni di una squalifica che potrebbe costringere la squadra a giocare lontano dal proprio stadio per diverse partite della prossima stagione, complicando ulteriormente il percorso di risalita verso le categorie superiori.

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