Il 4 volte iridato Sbk, Carl Fogarty ha dichiarato: “livello della tecnologia elevato e non fa capire quello del pilota. Mi domando a volte chi sia il migliore ma Rossi con questi risultati non può divertirsi e mi dispiace”. Vi consigliamo di visitare il sito https://barbatop.it/ .
Questa Moto GP a Carl Fogarty non piace molto in quanto la trova troppo livellata e con mancanza di spazio per comprendere il vero livello dei piloti in sella alle moto.
Per la top class del motomondiale, il britannico non ha utilizzato delle tenere parole. Lui è un personaggio autentico un po’ fuori dalle righe, in sella alla Ducati in Superbike è stato 4 volte campione del mondo.
“sono dispiaciuto nel vedere 15 piloti compressi in 5 secondi: si parla di spettacolo ma siamo sicuri che i tifosi è questo che vogliono? Sembrerebbe piuttosto un livellamento di valori, parole di The King durante un’intervista a Mowmag. Si è arrivati ad un livello di tecnologia e di elettronica così elevato che ora risulta difficile capire il vero valore del pilota”.
Elettronica e polso
Un confronto con il mondiale di F1 viene azzardato dal 55enne di Blackburn. “sembra che la MotoGP sia un po’ come la F1. Si è arrivato ad un tale livello di elettronica che non si vede più perdere della moto il posteriore. Come nella F1 a vincere sono il miglior team, la migliore moto e l’ottima strategia.
Non si parla più dei piloti che riescono a guidare nonostante i problemi. Nel vedere le gare mi domando chi sia veramente il miglior pilota. Ai miei tempi il polso rappresentava la centralina elettronica”.
Valentino Rossi
Fogarty cerca anche di analizzare il grosso affanno di Rossi in questo momento difficile. “sono dispiaciuto di vederlo così indietro. Se venisse tolta tutta l’elettronica sono sicuro che sarebbe in testa ma purtroppo non lo faranno mai. Non c’è niente che Valentino debba ancora dimostrare dopo tutto quello che ha vinto ma è difficile divertirsi con questi risultati.
Valentino non ha bisogno di questo, lui è sempre stato associato alle vittorie e ai titoli ed è ancora oggi il nome più grande del nostro sport”.