Il presidente dei blucerchiati ammette gli errori dopo la retrocessione sul campo: “Investimenti non ripagati, ma andremo avanti”
La Sampdoria vive uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Dopo la retrocessione sul campo in Serie C, sancita dal deludente pareggio di Castellammare di Stabia, è tempo di bilanci e riflessioni per il club blucerchiato. In questo contesto, il presidente Manfredi è tornato a parlare in un’intervista a Sky, assumendosi per la prima volta pubblicamente le responsabilità di una stagione disastrosa sotto ogni punto di vista.
L’ammissione delle colpe
Con grande franchezza, il numero uno della società genovese ha riconosciuto le proprie colpe: “Gli investimenti non hanno pagato, in futuro non darei più deleghe così ampie”, ha dichiarato Manfredi, evidenziando come l’inesperienza e una certa dose di presunzione abbiano guidato scelte rivelatesi completamente errate.
Parole che rappresentano un’importante assunzione di responsabilità, arrivando a nove giorni dalla matematica retrocessione e in un momento di grande incertezza sul futuro del club. La Sampdoria, infatti, resta in attesa degli sviluppi sul caso-Brescia, che potrebbe riaprire uno spiraglio attraverso i playout.
Il futuro societario
Nonostante il fallimento sportivo, Manfredi ha voluto lanciare un messaggio rassicurante sulla solidità del progetto societario: “Continueremo a investire, siamo in grado di iscriverci sia in B sia in C”. Un’affermazione importante che sottolinea come l’investitore asiatico non intenda abbandonare la nave nonostante le difficoltà.
Il presidente ha implicitamente confermato che l’obiettivo è ora quello di recuperare, almeno parzialmente, un investimento che finora è costato oltre cento milioni di euro, senza alcun ritorno sportivo o economico. Una cifra impressionante che testimonia la portata del disastro gestionale che ha colpito la storica società ligure.
Gli errori dirigenziali e tecnici
L’intervista ha rappresentato anche l’occasione per analizzare gli errori commessi durante l’intera stagione. La gestione sportiva è stata un vero e proprio fallimento a tutti i livelli, a partire dalla scelta di affidarsi ad Accardi come direttore sportivo, al quale paradossalmente è stato garantito un contratto triennale con condizioni economiche particolarmente vantaggiose.
Le campagne acquisti, sia estiva che invernale, si sono rivelate disastrose, incapaci di fornire alla squadra i rinforzi necessari per centrare l’obiettivo della promozione in Serie A. Altrettanto inadeguate sono state le scelte degli allenatori che si sono succeduti sulla panchina blucerchiata, con la sola eccezione di Evani, chiamato anche per placare una piazza sempre più delusa e furiosa.
Ma il disastro non si è limitato alla prima squadra maschile. Anche il settore femminile e la Primavera hanno subito pesanti retrocessioni, a dimostrazione di come l’intera struttura societaria abbia mostrato limiti evidenti nella gestione sportiva a tutti i livelli. Figure secondarie a cui erano state delegate importanti responsabilità hanno fallito completamente nel loro operato.
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La speranza dei playout
L’ultimo appiglio per evitare la Serie C resta legato alla controversa situazione del Brescia. Sulla possibilità di disputare i playout, Manfredi ha espresso una posizione chiara: “È una questione di dignità, ci sono dovuti se verrà confermata la situazione del Brescia”.
Una dichiarazione che evidenzia come la società, pur riconoscendo i propri fallimenti, intenda sfruttare ogni possibilità regolamentare per mantenere la categoria. La storia del calcio italiano è ricca di casi in cui squadre in difficoltà sono riuscite a salvarsi attraverso situazioni particolari legate a irregolarità di altre società, dimostrando come il confine tra campo e carte bollate sia spesso più sottile di quanto sembri.
Per i tifosi blucerchiati, questa stagione rappresenta un vero e proprio incubo, con la possibilità concreta di ritrovarsi in Serie C per la prima volta dopo decenni di presenza nelle massime categorie del calcio italiano. Una caduta verticale che fa ancora più male considerando che solo pochi anni fa la Sampdoria militava stabilmente in Serie A.
Resta da vedere se dalle macerie di questa stagione fallimentare nascerà un progetto più solido e concreto, capace di riportare entusiasmo e risultati a una piazza storica del calcio italiano, o se invece il declino continuerà, portando ulteriori difficoltà a una società gloriosa che merita certamente un destino migliore.