Gian Piero Gasperini ha scritto una delle pagine più importanti della storia dell’Atalanta, portando il club orobico a livelli mai raggiunti prima. In nove stagioni, ha trasformato una squadra abituata a lottare per la salvezza in una potenziale contendente per lo scudetto, capace di confrontarsi ad armi pari con Juventus, Milan e Inter. La vittoria dell’Europa League e il premio come miglior allenatore europeo 2025 certificano la portata della sua impresa. Nonostante i grandi successi, Gasperini ha sentito concluso un ciclo. Il suo calcio offensivo, fatto di pressing alto e verticalizzazioni, ha lasciato il segno, rivoluzionando il modo di intendere il gioco in provincia.
Con il suo addio, l’Atalanta accoglie una nuova sfida enorme: continuare nel calcio come tecnico mantenendo un’identità forte. Il club valuta diversi nomi per la successione, ma il confronto con Gasp sarà inevitabile. La sua eredità è pesante, sia per i risultati che per l’impatto culturale. Il popolo bergamasco saluta con commozione l’uomo che ha trasformato sogni in realtà e ha portato orgoglio internazionale a una piccola città di provincia.
La nuova Roma: un progetto ambizioso per tornare tra le grandi d’Europa
Gasperini non ha scelto la strada più facile: ha detto no alla Juventus, rifiutando una panchina blasonata, per accettare una sfida affascinante e complessa. La Roma ha deciso di voltare pagina e affiancare Gasperini a Claudio Ranieri, puntando su un nuovo tecnico di personalità e visione. Il tecnico piemontese ha già espresso con chiarezza gli obiettivi: riportare i giallorossi a competere stabilmente in Europa League e, perché no, avvicinarsi al sogno Champions.
L’arrivo di Frederic Massara come direttore sportivo rafforza l’ambizione del progetto. La Roma ha bisogno di cambiare pelle e identità tattica, i risultati lo testereno anche con la fiducia dei bookie – visita questo sito. Gasperini ha chiesto quattro acquisti mirati, tra cui il difensore Lucumì, il centrocampista O’Riley e l’esterno De Cuyper. L’idea è costruire una squadra giovane, dinamica e aggressiva, perfettamente calata nel suo modello di gioco. Le prime mosse di mercato saranno decisive per capire se la rivoluzione giallorossa sarà davvero concreta.
La sfida dell’“antipatico”: Gasperini vuole scardinare le gerarchie
Le dichiarazioni di Gasperini durante la sua presentazione alla Roma non sono passate inosservate. Ha parlato con ironia del suo soprannome di “antipatico”, ma ha anche dimostrato grande ambizione. “Se ha vinto il Napoli, possiamo farlo anche noi”, ha detto, sottolineando come il calcio italiano stia cambiando e lasci spazio a progetti innovativi. Tuttavia, ha anche fatto un bagno di realismo: “Lo scudetto non è un obiettivo concreto, la qualificazione in Champions è il massimo a cui possiamo puntare ora”.
Le sue parole non vogliono essere un freno all’entusiasmo, ma una chiara lettura del contesto. L’Inter resta la squadra da battere, con il secondo posto 2024-25 alle spalle della Juve, mentre Napoli e Milan rimangono competitor di alto livello. Ma Gasperini, con la sua esperienza e capacità di valorizzare i giovani, può trasformare la Roma in una mina vagante per tutte le big, specialmente in campo europeo. E il pubblico dell’Olimpico, già entusiasta, ha risposto con oltre 15.000 abbonamenti rinnovati nei primi giorni.
Due rivoluzioni complementari: il calcio italiano cambia pelle
Il passaggio di Gasperini dalla provincia alla capitale segna una doppia rivoluzione. La prima riguarda l’Atalanta, che dovrà trovare un nuovo modo di esistere senza il suo architetto. La seconda investe la Roma, che accoglie un allenatore capace di dare identità a squadre anche senza grandi stelle. In un calcio italiano sempre più legato al risultato e meno alla visione, Gasp rappresenta l’eccezione. Ha già detto che “non ci saranno rivoluzioni, ma cambiamenti profondi”, eppure il suo arrivo è già di per sé un punto di rottura rispetto al recente passato romanista.
I suoi metodi, spesso discussi per i toni accesi e le polemiche con i giornalisti, sono però efficaci. Lo ha dimostrato con De Ketelaere, rigenerato a Bergamo, e ora pronto a essere al centro del nuovo corso. La Roma potrà contare su Pellegrini in un nuovo ruolo, su un Dybala più coinvolto, e su una rosa plasmata per correre e combattere. L’obiettivo è chiaro: fare strada in Europa League e arrivare tra le prime quattro in Serie A. Se riuscirà a farlo, la seconda rivoluzione avrà avuto successo.